“La notte su Corso Sempione
Antenne che guardano il cielo
E il cielo che guarda le antenne
Antenne che copiano il cielo”
Cos’è? Sono impazzito? No, è semplicemente una parte del testo della canzone di Calcutta che si intitola “Rai”.
Aletheia Italiana questa settimana è in gran ritardo, scusatemi (e iscrivetevi)!
Oggi Aletheia si occupa di Mamma Rai, che da anni ormai è vittima di scandali, uno dopo l’altro. L’ultimo in ordine temporale: la Rai non avrebbe coperto in maniera adeguata le elezioni francesi. Infatti, nessun TG della TV di Stato ha dedicato speciali al voto francese, a differenza di Rete4 e La7, quest’ultima con la storica maratona Mentana.
L’accusa delle opposizioni sarebbe quella di aver oscurato la copertura in diretta dopo gli exit poll, visto il risultato del Rassemblement National francese vis a vis il Nuovo Fronte Popolare di Melenchon, uscito clamorosamente vincitore.
A tutto ciò si aggiunge il caso Scurati, a cui è seguita la sospensione della Bortone, rea di aver reso nota la censura del monologo dello scrittore.
Colpa del governo? Forse più voglia di compiacere al potere.
Una cosa è certa: il governo Meloni sta pesantemente influenzando la tv di Stato italiana, con ingerenze che, seppur ci son sempre state, superano la soglia di allarme. Ma la Rai è da sempre controllata dalla politica. Questo articolo del post spiega benissimo come funzioni il rapporto della rai con la politica.
Oltre alle nomine apicali, oggi la spartizione funziona più o meno così: RaiUno è filogovernativa, RaiDue è assegnata al centrodestra e RaiTre al centrosinistra e diciamo, negli ultimi anni, vicina al M5S. In un contesto in cui la seconda rete italiana, che è Mediaset, è gestita dagli eredi di Silvio Berlusconi, capite che il centrodestra risulta sovraesposto televisivamente. L’unica televisione che in questi ultimi due anni si è caratterizzata per la contrapposizione al governo è La7, fatta eccezione per il programma Report su Rai 3.
Da dove viene questa spartizione? Dalla struttura della magnifica Prima Repubblica. Un canale a testa a partito politico e siamo tutti contenti. In un epoca in cui la televisione la faceva da padrona, avere un canale era fondamentale. La DC aveva la prima rete, i socialisti la seconda, i comunisti Rai 3, ai tre partitini laici - Pri, Pli e Psdi - spettava il terzo canale radiofonico (Radio3) più qualche poltrona sparsa quà e là cosi da mantenere gli equilibri all’interno del pentapartito.
Se vogliamo essere onesti, il sistema della Prima Repubblica aveva la forza di rappresentare sostanzialmente tutte le forze in campo, visto che l’alternanza di governo non era prevista. Quello che è avvenuto dopo è il caos. Essendo cambiata profondamente la Repubblica, questo meccanismo di spartizione si è evidentemente inceppato.
Ma la domanda che mi pongo è: in un’Italia in cui gli utenti che guardano la Rai sono ormai per lo più anziani e il dibattito si è spostato su altre piattaforme, che senso ha mantenere questa aggressività del governo sulla tv di Stato? Non è forse controproducente in realtà? In fondo, se ci concentriamo un attimo, ci rendiamo conto che in realtà i programmi più forti a supporto dell’operato di questo governo si trovano su Rete4: Quarta Repubblica, Dritto e Rovescio, tanto per citarne due a caso.
Quando dico che non la guarda più nessuno non lo dico tanto per dire. Questo grafico mostra la proporzione di persone che dichiarano di aver utilizzato canali del servizio pubblico per le notizie nell'ultima settimana (in base al livello di istruzione).
Il grafico parla chiarissimo e la cosa più importante è che non vi sono differenze fra istruiti e non. Nessuno si informa più lì.
Come siamo arrivati a questo punto? Anni e anni di occupazioni governative hanno distrutto la qualità del servizio pubblico. Destra, sinistra, centro: tutti ne hanno abusato.
Qual’è la soluzione? L’indipendenza. Avverrà? Probabilmente mai.
Uno studio comparato, fatto su diversi emittenti pubbliche nazionali, mostra che sostanzialmente queste sono più seguite quando ricevono buoni finanziamenti, sono centralizzate nell’organizzazione e godono di autonomia strategica e isolamento dall’influenza della politica. Insomma, la propaganda addormenta e allontana le persone che si concentrano su altri media. E questo è un grande problema perchè il corretto funzionamento della tv pubblica rimane centrale per lo sviluppo della democrazia.
Quindi che facciamo, la vogliamo salvare Mamma Rai? A questo punto tanto vale abolirla mi verrebbe da proporre in modo provocatorio.
E con questo è tutto. Linea allo studio!
ps.
Aletheia quest’estate rallenterà un po’, proverò comunque a mantenere il ritmo. Avanti tutta!