La svolta centrista di Forza Italia
Riuscirà Tajani a diventare il riferimento dei moderati?
Cari amici di Aletheia Italiana, spero abbiate passato un’ottima estate, magari primorepubblicana. Ne sono successe di cose in questo periodo, ma come sapete, qui non ci si occupa di stretta attualità. Trovo i cambiamenti di lungo periodo più complessi ma allo stesso tempo molto più affascianti.
C’e uno spazio politico in Italia che è vuoto da anni. Nessuno riesce a colmarlo. Nessuno ci è riuscito da quando la Democrazia Cristiana non esiste più. Ahimè. Tuttavia c’è un Partito che piano piano sta spostando il suo baricentro, molto più al centro di quanto fosse negli ultimi anni. Questo Partito è Forza Italia, quello con ancora il nome di Berlusconi sul simbolo.
Tutti davano per spacciata Forza Italia. Morto il Cavaliere, si diceva, sarebbe finito tutto. Invece il partito ha ottenuto il 10% alle elezioni europee e nuovi ingressi sono registrati in tutta Italia. Dagli eccessi berlusconiani dell’ultimo periodo si è passati alla “Forza rassicurante al centro dell’Europa”. Una formula alla Mitterand.

Lo strappo verso il centro, oltre che dal Segretario Tajani, è stato spinto dalla Famiglia Berlusconi che mantiene saldamente le redini economiche del partito, conscia di quanto possa essere utile visto il crescente peso politico. Negli ultimi tempi, Marina Berlusconi si è esposta pubblicamente a favore di una spinta sui diritti civili e sui rischi dell’estrema destra (verrebbe da chiedere: Lega e FDI cosa sono?).
Forza Italia ha ormai iniziato da tempo ad infastidire gli alleati di governo. La Meloni continua a rimanere un po’ fuori dalle dinamiche di potere a Bruxelles, mentre FI, saldamente ancorata al PPE, continua ad avere un accesso privilegiato a queste. Vedasi la partita “Fitto Commissario europeo” chiusa da Tajani con la presenza non casuale di Manfred Weber (Segretario PPE) a Roma.
Sulla questione Ius Scholae, una misura di buon senso lasciatemi dire, Forza Italia ha lasciato intendere un’apertura verso un compromesso con le altre forze politiche, in quello che ricorda un pragmatismo democristiano. La destra si è ovviamente irrigidita, di conseguenza Tajani si è trovato nella posizione di dover ammorbidire i toni ma lo strappo è evidente.
Per quanto riguarda l’autonomia differenziata, esponenti di FI del centro e del Sud non hanno mai nascosto i propri malumori sulla riforma. Forza Italia rimane fortissima in Sicilia e in alcune aree del Meridione. Inoltre il partito sta via via alzando la posta, proponendo nomi di candidati per le prossime elezioni regionali, suscitando le ire degli alleati di governo.

Il Partito sembra quasi volere riprendere le redini della tradizione popolare e moderata. Tuttavia negli anni ha perso una grossa fetta di classe dirigente che si è lentamente allontanata da un brand che stava diventando sempre più tossico (ve li ricordate gli attacchi a Zelensky?). C’e chi ha scelto di chiudere con la politica e, chi ha trovato casa fra Renzi e Calenda - vedi Gelmini e Carfagna - e chi invece si è spostato più a destra.
Nel caso ci dovesse essere una rottura fra gli alleati di governo, Bruxelles si schierebbe dalla parte di Tajani e supporterebbe eventuali soluzioni tecniche con Forza Italia al centro.
Vista la situazione, alcune domande sorgono. Quanto può durare una coalizione se due dei partner principali sono molto lontani dal centro? Riuscirà davvero Tajani ad attirare a sé l’elettorato centrista? L’establishment italiano accetterà un rapporto con l’Europa su modello orbaniano?
Guardando però in termini elettorali, questa scelta sembra particolarmente sensata in un’Italia sempre più anziana. Diamo un’occhiata a questo Instant Poll di Youtrend sulle ultime elezioni europee. I giovani sono polarizzati e molto più a sinistra degli over 30.
Se qualcuno risponderebbe alla Churchill: “Se non sei di sinistra a 20 anni non hai cuore, se non sei di destra a 40 anni non hai cervello”, qualcun altro noterebbe che Forza Italia non può fisicamente occupare questa prateria al centro. Certamente però, potrebbe recintarne una buona fetta anche perché Renzi ha abbandonato definitivamente la partita, lanciandosi fra le braccia della Schlein.
Eh se ci fosse ancora la DC…